L’identificazione della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini attraverso l’intelligenza artificiale (IA)
Abstract: Molto presto, il processo penale italiano dovrà affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale. Le riflessioni che seguono si concentrano sulle possibili implicazioni derivanti dall’introduzione negli stadi dei dispositivi di riconoscimento facciale. Nel silenzio del legislatore, l’interprete dovrà misurarsi col tessuto codicistico e tentare di risolvere, preliminarmente, due questioni. Quella dell’ammissibilità dei facial recognition systems, in ragione del disposto dell’art. 189 c.p.p (il dato conoscitivo acquisito tramite il sistema di IA sembrerebbe rispondere ai criteri dettati per l’assunzione delle prove innominate) e quella della legalità, che impone l’esclusione dei dati conoscitivi ottenuti in violazione dei limiti in materia probatoria. Essendo, però, sottile il confine che divide la prova atipica da quella irrituale, è necessario immaginare un paradigma che permetta di ricondurre gli elementi acquisiti tramite l’IA entro gli schemi della prova tipica, così da garantire il rispetto del principio di non sostituibilità senza rinunciare ai vantaggi del progresso tecnologico. La proposta è quella di costruire un modello probatorio ibrido, in grado di subordinare il riconoscimento facciale alle disposizioni previste dagli artt. 213 e ss. sulla ricognizione personale.
Abstract: Very soon, the italian criminal process will have to face the challenge of artificial intelligence. The following reflections focus on the possible implications arising from the introduction of facial recognition devices in stadiums. In the silence of the legislator, the interpreter will have to deal with the fabric of the code and try to resolve, preliminarily, two issues. That of the admissibility of facial recognition systems, potentially supported by the provisions of art. 189 c.p.p (the cognitive data acquired through the AI system would seem to meet the criteria dictated for the assumption of unnamed evidence) and that of legality, which requires the exclusion of cognitive data obtained in violation of the limits in evidentiary matters. However, since the line that divides atypical evidence from irregular evidence is thin, it is necessary to imagine a paradigm that allows the elements acquired through AI to be brought back within the schemes of typical evidence, so as to guarantee compliance with the principle of non-substitutability without giving up the advantages of technological progress. The proposal is to build a hybrid evidentiary model, capable of subordinating facial recognition to the provisions set forth in art. 213 et seq. on personal recognition.